martedì 22 maggio 2012

Se mio nonno avesse le ruote, sarebbe una carriola.

Aprire un blog è una scelta più impegnativa di quanto pensassi. Insomma, fare a leggere a mezzo mondo le stronzate che ti passano per la testa è più imbarazzante di quando ti capita di ruttare in pubblico. Un disastro.
Rileggere i propri post ti fa sentire una demente con diversi disturbi della personalità. Il punto è che ho sempre scritto per me stessa, facendomi grasse risate rivedendo e ripercorrendo le minchiate che avevo fatto e scritto. Ma così è diverso. Voi potete capire che non sono una persona a posto di testa, santocielo.
Problema non secondario è che non ho quasi mai voglia di aggiornare il blog con post radical chic o sul senso della vita. Per quelli dovete conoscermi bene o sentirmi conversare dopo 10 bicchieri di vino bianco.
Quindi cosa dovrei fare? Chiudere i battenti, baracca e burattini? Naaaah. Mi divertirò a tediarvi o vi darò qualche ragione in più per sputtanarmi in giro (so che molti di voi lo fanno spesso).
Un SINCERO abbraccio.

Cianci


martedì 21 febbraio 2012

Senza Titolo.

               Io ti odio
Per quello che hai fatto a me
Ma ancor più
Io ti odio
Per quello che hai fatto a lei
Perché non riesci a vedere
Come era bella
Che bello avrebbe potuto essere
Senza di te

Come fai a dormire la notte
Conoscendo bene quello che hai preso
destinandola a una dilaniante fine;
ti turba almeno lievemente?

Il dolore insopportabile dentro di lei
visibile attraverso le cicatrici
Nascoste sotto bei vestiti
.
Non sapranno mai di noi.

Tienimi tra le tue braccia
e canta per il mio ultimo sogno.

domenica 29 gennaio 2012

Have no fear of perfection - you'll never reach it.

Domenica mattina, giornata decisamente grigia e uggiosa. Mi rivolto nel letto. Non ho la benchè minima voglia di fuoriuscire da questo guscio di coperte e cuscini che mi sono pazientemente creata prima di addormentarmi stanotte. Il torpore e il silenzio della mia camera di certo non aiutano a gettarmi nella giungla della vita reale. Un esame in vista, la scelta della specialistica, le discussioni con i miei genitori e una sfigata concatenazione di eventi che ha incrinato il magico mondo in cui credevo finalmente di aver trovato pace. 
Ultimamente mi sembra di vivere in un universo parallelo. Ieri, tornando a casa, guardavo fuori dal finestrino della macchina e ho avuto come la sensazione di essere finita dentro a un meraviglioso delirio surrealista di inizio 900. Il vuoto nello stomaco, un brivido lungo la schiena. Avrei voluto che quel viaggio non finisse mai. La musica che accarezzava i sensi, il buio dell'autostrada, la mia mano che sfiorava quella del mio ragazzo e il suo sorriso nel momento in cui il mio sguardo incrociava il suo. Quando sono dovuta scendere dalla macchina mi è sembrato di essermi appena svegliata bruscamente da un sogno. 
Già, perchè la realtà non è quella. Nel mondo reale è tutto dannatamente più complesso, incasinato e angosciante. Ma (c'è un ma) si ha sempre la possibilità di ritagliarsi un momento di bellezza, di perfezione per quanto sfuggevole, effimero e breve. Io vivo per quegli istanti. Vivo per il piacere, per la golosità, per i vizi e per i difetti. Non c'è nulla di più appagante. E se mi attende l'inferno, poco male. Brucerò gongolante.

venerdì 27 gennaio 2012

The Rising Sun.

Wow.
Pazzesco, è davvero pazzesco e incredibile. La vita ti scorre davanti agli occhi come un fiume in piena. Ti travolge, ma mai per caso. Ogni singola molecola di acqua è li per un preciso motivo. Il problema grosso si pone quando non hai costriuto degli argini abbastanza solidi. è nell'istante in cui si spezzano che ti rendi conto di non aver calcolato bene il singolo millimetro che ti protegge da quello spostamento tanto potente e tanto perfetto da intimorirti.
Regola numero uno di sopravvivenza: mantieni la calma. è fondamentale non annegare, non lasciarsi trascinare troppo a valle e se comunque dovesse succedere, nuota, nuota fin che puoi, fino a svenire e ricostruisci quei fottuti argini. Non puoi permetterti di perdere tempo a compiangere i tuoi errori. è vero, sarai più debole, sarai stanco quando ci sarai riuscito ma, vuoi forse perdere tempo a galleggiare? Non credo. Certo, spesso non puoi pretendere di fare tutto con le tue forze. Proprio nel momento di massimo sconforto, io ho avuto chi mi ha teso la mano. Chi con un sorriso mi ha tirata in salvo (non prendendo esempio dal noto capitano nostrano). Senza indugiare mi ha strattonata dalla corrente, riportandomi a riva. Guardandomi negli occhi e benchè avessi fallito mi ha urlato: "credo in te". Sarà stato il suo abbraccio, sarà stata la mia rabbia per aver causato un disastro; fatto sta che sono ancora qui, a riprogettare ciò in cui avevo sbagliato, con la voglia e la determinazione, questa volta, di fare cento volte meglio di prima.

venerdì 18 novembre 2011

Non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.

Mi butto sul letto, annoiata.  Comincio a scorrere i messaggi sul cellulare mentre mi accendo una sigaretta.
Merda, lo sapevo. Non avrei dovuto farlo. Rimango immobile per un secondo, aspettando che la nicotina abbia un qualche effetto o quantomeno mi obnubili il cervello.
Nulla, troppo tardi.
Mi sembra di avere una palla medica in  gola, faccio fatica a respirare. Penso: "Francesca non piangere cazzo, non devi, non devi, NON DEVI".
Tiro un lungo sospiro, prendo il panda di peluche che ho a fianco e lo scaravento a terra producendo un suono inquietante e gutturale con le corde vocali, affaticate dalla mancanza di ossigeno che persiste da 2 minuti circa.

VAFFANCULO.

Ecco cosa penso. Stringo i pugni e mi affloscio sul cuscino. Sono incazzata nera. Con me stessa, con le persone in generale, con il fottuto mondo.
Tutti vogliono costruire la loro vita ad opera d'arte. Si, ecco, più o meno. Ognuno riempe la sua esistenza con delle figure, delle persone. E' come se fosse una stanza piena di quadri.
Troppo spesso vogliamo che questi quadri siano unidimensionali, in bianco e nero. Anonimi. Intercambiabili. Sostituibili. Persone che entrano ed escono dalla nostra vita come nulla fosse.
Sempre meno spesso desideriamo di avere dei quadri carichi di colore. Che ti abbracciano, che ti avvolgono, che ti riscaldano.  
Abbiamo troppa paura, siamo codardi ed egoisti. Non siamo più capaci di definire la parola "amicizia", "amore", "relazione". Tutto è diventato incostistente, facile come un click su un "mi piace".
Eppure io faccio fatica a dimenticare. Io quei dannati quadri me li ricordo perfettamente. Ne riconosco i punti di luce, ma soprattutto conosco le ombre che li caratterizzano.
Non riesco a mettere quelle opere in cantina, Non riesco a dimenticarle. Non voglio farle marcire.
Io piuttosto preferirei tenerle in soggiorno, sotto una bella luce.
Non posso sempre essere certa che siano stati un buon acquisto, ma di una cosa sono sicura:
Più li terrò in quella stanza, più acquisiranno valore.