domenica 29 gennaio 2012

Have no fear of perfection - you'll never reach it.

Domenica mattina, giornata decisamente grigia e uggiosa. Mi rivolto nel letto. Non ho la benchè minima voglia di fuoriuscire da questo guscio di coperte e cuscini che mi sono pazientemente creata prima di addormentarmi stanotte. Il torpore e il silenzio della mia camera di certo non aiutano a gettarmi nella giungla della vita reale. Un esame in vista, la scelta della specialistica, le discussioni con i miei genitori e una sfigata concatenazione di eventi che ha incrinato il magico mondo in cui credevo finalmente di aver trovato pace. 
Ultimamente mi sembra di vivere in un universo parallelo. Ieri, tornando a casa, guardavo fuori dal finestrino della macchina e ho avuto come la sensazione di essere finita dentro a un meraviglioso delirio surrealista di inizio 900. Il vuoto nello stomaco, un brivido lungo la schiena. Avrei voluto che quel viaggio non finisse mai. La musica che accarezzava i sensi, il buio dell'autostrada, la mia mano che sfiorava quella del mio ragazzo e il suo sorriso nel momento in cui il mio sguardo incrociava il suo. Quando sono dovuta scendere dalla macchina mi è sembrato di essermi appena svegliata bruscamente da un sogno. 
Già, perchè la realtà non è quella. Nel mondo reale è tutto dannatamente più complesso, incasinato e angosciante. Ma (c'è un ma) si ha sempre la possibilità di ritagliarsi un momento di bellezza, di perfezione per quanto sfuggevole, effimero e breve. Io vivo per quegli istanti. Vivo per il piacere, per la golosità, per i vizi e per i difetti. Non c'è nulla di più appagante. E se mi attende l'inferno, poco male. Brucerò gongolante.

venerdì 27 gennaio 2012

The Rising Sun.

Wow.
Pazzesco, è davvero pazzesco e incredibile. La vita ti scorre davanti agli occhi come un fiume in piena. Ti travolge, ma mai per caso. Ogni singola molecola di acqua è li per un preciso motivo. Il problema grosso si pone quando non hai costriuto degli argini abbastanza solidi. è nell'istante in cui si spezzano che ti rendi conto di non aver calcolato bene il singolo millimetro che ti protegge da quello spostamento tanto potente e tanto perfetto da intimorirti.
Regola numero uno di sopravvivenza: mantieni la calma. è fondamentale non annegare, non lasciarsi trascinare troppo a valle e se comunque dovesse succedere, nuota, nuota fin che puoi, fino a svenire e ricostruisci quei fottuti argini. Non puoi permetterti di perdere tempo a compiangere i tuoi errori. è vero, sarai più debole, sarai stanco quando ci sarai riuscito ma, vuoi forse perdere tempo a galleggiare? Non credo. Certo, spesso non puoi pretendere di fare tutto con le tue forze. Proprio nel momento di massimo sconforto, io ho avuto chi mi ha teso la mano. Chi con un sorriso mi ha tirata in salvo (non prendendo esempio dal noto capitano nostrano). Senza indugiare mi ha strattonata dalla corrente, riportandomi a riva. Guardandomi negli occhi e benchè avessi fallito mi ha urlato: "credo in te". Sarà stato il suo abbraccio, sarà stata la mia rabbia per aver causato un disastro; fatto sta che sono ancora qui, a riprogettare ciò in cui avevo sbagliato, con la voglia e la determinazione, questa volta, di fare cento volte meglio di prima.